Una volta ottenuti i finanziamenti per la bonifica del sito nulla veniva destinato. I soldi si perdono in mille rivoli, costituiti da incarichi di progettazioni, carotaggi continui, dragaggi. Ma nulla a che vedere neanche lontanamente con attività di bonifica. Queste le parole del pm di Roma Alberto Galanti che si sta occupando della seconda tranche sulla finta emergenza ambientale nella laguna di Grado e Marano, in provincia di Udine.
Ieri, 29 ottobre, sono stati notificati 26 avvisi di garanzia per associazione a delinquere, truffa ai danni dello Stato, tentata corruzione, concussione e abuso d’ufficio a personalità già note in tali scandali, come Giovanni Mazzacurati, l’ex presidente del Consorzio Venezia Nuova coinvolto nella bufera giudiziaria sul Mose.
Tra gli indagati anche Gianfranco Mascazzini, ex direttore generale del ministero dell’Ambiente, Vincenzo Assenza e Fausto Melli, della Sogesid srl di Roma, società in-house del ministero dell’Ambiente, Paolo Ciani, Gianfranco Moretton e Gianni Menchini ex commissari delegati alle bonifiche nella precedente indagine avvenuta Procura di Udine.
Intercettazioni e testimonianze hanno permesso di comprendere il meccanismo alla base della maxi truffa. Secondo la magistratura, Mascazzini prometteva denaro e commissioni all’Ispra, istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale, ed al suo responsabile delegato ed assegnava di propria iniziativa gli incarichi, pagandoli con i soldi pubblici destinati ai “gonfiati” problemi ambientali della laguna. In questo modo riusciva a gestire il territorio friulano con il supporto del suo fedele entourage tecnico ed esperto.
E’ importante ricordare che gli esigui problemi ambientali di Grado e Marano non necessitano di tali finanziamenti in quanto il problema è ristretto solo alle aree dell’ex stabilimento Caffaro e ad una parte del canale Banduzzi.